Dopo l’addio definitivo al cashback di stato, sono infuriate le polemiche. C’è chi ha pensato che questo fosse un regalo agli evasori e chi, invece, sostiene che non è questo lo strumento giusto per combattere chi non emette gli scontrini e incentivare il pagamento con moneta elettronica.
Al di là dei due schieramenti, però, bisogna capire cosa farà il cashback di stato. Anche perché, comunque, come tante cose all’italiana, nulla è definitivo. In un senso e nell’altro. In sintesi, così come è stato cancellato, così si può reinserire.
Ecco, comunque, in ogni caso, quale potrebbe essere il futuro del cashback di Stato.
Il Governo Draghi difficilmente lo inserirà in extremis
Il governo Draghi, che ricordiamolo è appoggiato praticamente da tutto il Parlamento tranne Fratelli d’Italia e Sinistra Italiana, difficilmente ci ripenserà e reintrodurrà il cahsback di Stato.
Anzi, è stato proprio un Consiglio dei Ministri di questo governo a eliminarlo dal primo luglio 2021. Anche perché, all’interno dello stesso, ci sono forze che fin dall’inizio si erano battute contro questa misura, privilegiando l’uso del contante.
Difficile, quindi, che a circa un anno dalle elezioni politiche del 2023, un governo possa non solo ripensarci su una decisione già presa ma anche attuare una normativa divisiva sia nel paese che all’interno della stessa coalizione.
Molto dipenderà dall’esito delle votazioni del 2023
Il futuro del cashback di Stato dipenderà molto dall’esito delle votazioni del 2023, quando i cittadini saranno chiamati a rinnovare il Parlamento. Infatti, se dovesse vincere la coalizione di centro-destra, è quasi impossibile che sarà approvata una misura simile.
Infatti, i partiti che fanno parte di quest’area politica non sono particolarmente propensi a incentivare l’uso del pagamento in bancomat e simili. Qualora, invece, dovesse vincere la coalizione di centro-sinistra, probabilmente potremmo assistere a un ritorno del cashback di Stato, opportunamente rivisto e corretto.
Tra l’altro, non bisogno dimenticare che fu proprio il governo giallorosso guidato da Conte e appoggiato dal MoVimento 5 Stelle, Italia Viva, Partito Democratico e Sinistra Italiana a istituire questa misura. E, quando il governo Draghi decise di cancellarla, numerose furono le polemiche da parte del partito di Conte.
Bisogna velocizzare alcuni passaggi
C’è da dire, però, che comunque la si pensi sul cashback di Stato, c’erano alcune cose che probabilmente non andavano. E che, proprio per questo, erano mal digerite dalla popolazione. In primis, la procedura burocratica. Indipendentemente dal circuito su cui una persona si appoggiava, bisognava scaricare l’app IO.
Va bene che, ormai, la transizione digitale è inevitabile e ha ‘colpito’ tutti gli strati della popolazione da Nord a Sud, dai più anziani ai più giovani, però tante persone più avanti con l’età hanno avuto difficoltà a scaricarla. Anche semplicemente a causa del telefono che non era adatto.
Inoltre, se si leggevano bene le condizioni per partecipare al cashback di Stato, si poteva notare come c’era un problema legato alla privacy. Non solo venivano registrati tutti i pagamenti fatti – orario, giorno, negozio ed entità del pagamento stesso – ma questi stessi dati venivano, poi, archiviati da una società che aveva sede in America.
Non è l’unico aspetto. Tra le cose che non andavano c’era anche il limite oggettivamente troppo scarno. Nel senso che, in sei mesi, al massimo si poteva avere indietro solo 150 euro, a fronte di una spesa di 1500 euro (il cashback era del 10%), in 6 mesi. Una cifra irrisoria, visto che stiamo parlando di 25 al mese. Meno di un euro al giorno.
Una cifra che certamente non ha incentivato troppe persone a partecipare. Almeno coloro che erano abituati a pagare con i contanti. Senza dimenticare che i 25 euro sono una media, non certamente i soldi che ogni mese vengono versati.
Infatti, per avere i ‘famosi’ 150 euro, bisognava aspettare i 6 mesi. Una ulteriore attesa che, comunque, ha in parte scoraggiato chi voleva beneficiare di questa misura di rimborso che, di per sé, non è certamente sbagliata. Anzi, tutt’altro.
Nel frattempo online tanti portali si sono già mossi
L’Italia, quando si tratta di tecnologia e innovazione, spesso è un paese molto ‘lento’. Infatti, a fronte di decisioni che nei prossimi mesi potrebbero arrivare, ci sono diversi siti che si sono mossi in tal senso.
Se ti manca il cashback di Stato, sei abituato a non pagare in contanti ma in digitale, in alternativa potresti sfruttare il cashback offerto dal portale besthopping.com (https://it.bestshopping.com).
Uno dei tanti che, in queste settimane, si è ritagliato un ruolo importante nel settore. Porta con sé numerosi vantaggi, eliminando i problemi menzionati prima con il cashback di Stato.
Ad esempio, può essere anche superiore al 10% e il limite non è certamente di 25 euro al mese ma può essere anche 4 o 5 volte di più. E se con il cashback di Stato i soldi potevano essere ricevuti solo dopo 6 mesi, in questo caso, a seconda del sito su cui si andrà a effettuare l’acquisto, i tempi sono molto più stringenti.
Nel giro di qualche giorno, infatti, si potrà avere un coupon o, comunque, i soldi direttamente sul conto corrente intestato.
Insomma, se la palude normativa e burocratica italiana rallenta delle scelte che, in fin dei conti, sono inevitabili, il mondo del web va molto più veloce e già si è messo all’opera.
Sfruttando, proprio, la maggiore familiarità che i cittadini hanno avuto con il cashback a partire dal dicembre 2020.